Adair Setkic, 20 anni appena compiuti, bosniaco di Sarajevo, è uno degli stranieri in forza alla Stemar 90 Cestistica Civitavecchia. Con lui continuiamo la nostra carrellata per conoscere più da vicino i ragazzi che compongono il roster della prima squadra.
Si è chiusa la prima fase. Come valuti il suo andamento?
“Sí, la prima fase è andata… siamo partiti male, con quattro sconfitte di fila, ma in ogni partita abbiamo fatto vedere sempre qualcosa di più nonostante le tante assenze e i tanti infortuni che ormai ci seguono dall’inizio. Penso, comunque, che il passaggio alla seconda fase lo abbiamo meritato”.
Cosa ti aspetti dalla seconda fase? Riuscirà la squadra, secondo te, a raggiungere i play off?
“Innanzitutto mi auguro che gli infortuni siano finiti. In secondo luogo mi aspetto un miglioramento del nostro gioco e, comunque, penso che tutto sia possibile… non siamo una squadra da sottovalutare”.
Sei da due stagioni a Civitavecchia, come ti trovi con la nostra società?
“Sì, l’anno scorso ho avuto un contratto fino all’estate; da parte mia c’era una gran voglia di ritornare e la società mi ha dato questa opportunità anche se, in questa stagione, per vari motivi, non ho potuto dare alla squadra il massimo di me stesso. Ma, comunque, con la società ho avuto e ho rapporti di alto livello ed è certo che tutti resteranno sempre nei miei pensieri”.
Quale partita ricordi con maggior piacere?
“Direi la prima partita del campionato contro il Basket Roma del 14 marzo dell’anno scorso, ovvero la partita del mio esordio e i miei primi punti nella Cestistica. Rimane nei miei ricordi soprattutto perché abbiamo battuto una squadra molto esperta che, tra l’altro, era una delle favorite per la promozione”.
C’è qualche compagno, tra i locali, con i quali hai legato maggiormente?
“Non voglio specificare nessuno in particolare perché ho con tutti un rapporto straordinario, dentro e fuori dal campo di basket, perché condividiamo anche momenti del nostro tempo libero”.
Hai già pensato a cosa farai per la prossima stagione? Hai progetti? Ti piacerebbe rimanere?
“Ho avuto un brutto infortunio alla caviglia e, in questo momento, sono concentrato principalmente sulla mia guarigione perchè mi piacerebbe finire questa stagione nel migliore dei modi. Sicuramente mi piacerebbe rimanere, ma di questo si parlerà a fine stagione”.
Quali differenze hai trovato col basket che si gioca nel tuo Paese?
“Penso che il basket che si gioca nel mio Paese sia molto più fisico visto che, da tutte le parti, si trovano squadre con 5-6 giocatori alti due metri e anche di più. Io, comunque, sono contento di aver fatto diverse esperienze in Italia dove ho imparato tanto e dove spero di esser riuscito anche ad insegnare qualcosa della scuola di basket della ex Jugoslavia”.
